Il Tango di Stravinsky

CORRI, OSCAR, CORRI CAVALLO NERO!

Preparatevi, perché a causa sua – di Stanislao Pishinsky, il papà di Coco nella commedia Il Tango di Stravinsky – non potrete fare a meno di schierarvi insieme o contro il vostro vicino di poltrona: dovrete decidere se, 18 anni fa, Stanislao abbia agito bene o abbia agito male, se sia stato una vittima degli eventi o un carnefice suo malgrado. E ci fermiamo qui, per non rovinarvi la sorpresa. In attesa di scoprire – il 28, 29, 30 aprile al Teatro Filodrammatici e il 26, 27, 28 maggio al Teatro La Scala della Vita di Milano (via Piolti de Bianchi 47) – il terribile segreto di cui solo lui (per il momento) è a conoscenza, potete andare in cerca di piccoli indizi leggendo tra le righe di questa intervista al suo alter ego, Oscar Vaccari (nella foto qui sopra ritratto da Efrem Raimondi), l’attore che lo interpreta…

Carissimo signor Pishinsky, il contenuto del segreto deve rimanere segreto, ma ci puoi dare almeno 3 indizi per metterci sulla buona strada?
Primo. È un segreto che riguarda la mamma di Coco. Secondo. Se si indovina chi è il vero proprietario del violino, si è a metà dell’opera. Terzo. Una volta che vi svelerò il segreto, sarà impossibile per voi rimanere indifferenti. O sarete con me o contro di me.

Le tue previsioni che cosa dicono? Avrai più spettatori dalla tua parte o no?
Difficile dirlo. Di una cosa sono sicuro però: la maggior parte delle spettatrici penseranno di me che ho amato profondamente mia moglie, ma che alla fine sono un farabutto, un disgraziato. Perché loro non avrebbero mai accetato di fare quello che ho fatto io.

In mistero si infittisce sempe di più… E tu che cosa pensi di Stanislao?
Io avrei fatto una scelta diversa da quella che ha fatto lui. Non sarei arrivato a fare un gesto d’amore così estremo. Ma il bello del teatro è proprio questo: che lascia la massima libertà di interpretazione a tutti.

Sul palco incontri ben 3 diavoli che insidiano tua figlia e il violino di tua figlia. Hai qualche possibilità di vincere?
Sono destinato a perdere. Forse perché ho avuto un atteggiamento troppo avido nei confronti di questo violino e troppo ambizioso nei confronti di mia figlia. O forse perché con il diavolo si perde sempre, non c’è chance, io la penso così…

Oscar Vaccari, Silvia Adelaide, Domenico Arena nelle prove di Il Tango di Stravinsky - Foto di Alessandro Pozzi.

Oscar Vaccari, Silvia Adelaide, Domenico Arena nelle prove di Il Tango di Stravinsky – Foto di Alessandro Pozzi.

Con chi dei 3 diavoli vorresti vincere?
Vorrei vincere con l’ultimo, Reinhart, perché è con lui che perdo tutto. Però è impossibile avere la meglio con lui, perché si presenta in tutto il suo splendore.

E con chi perderesti “volentieri”?
Dovendo scegliere, perderei volentieri con il primo, Bukowski, perché credo che in quella fase Coco, mia figlia, è ancora mia. La perdo definitivamente alla fine del secondo dialogo, quando il secondo diavolo, Miss Violette, esce di scena.

Se dovessi trovare qualcosa di positivo nel personaggio di Stanislao, che cosa sarebbe? Che cosa lo rende vincitore alla fine?
È difficile trovarci qualcosa di positivo. Per aver combattuto, ha combattuto. Ma ha sbagliato ogni possibile strategia di guerra e, peggio, si è disinteressato di sua figlia. È chiaro che la salva, ma è anche vero che sotto sotto è innamorato di lei. Il livello d’affetto che raggiunge è un po’ ambiguo. Si tratta di un amore un po’ morboso.

Dopo aver conosciuto il diavolo sul palco, che cosa è cambiato nella tua vita di tutti i giorni?
Niente e tutto, tutto e niente.

Stai per caso eludendo la domanda?
Posso fidarmi di lei, Mrs. Pietroni? Lei per caso è parente di Mr. Pietroni, famoso giornalista e scrittore italiano amante del teatro e del tango?

Questa battuta non mi è nuova… e infatti mi viene da pensare: forse il diavolo che ha cambiato la vita di Oscar Vaccari non è, in primis, quello che incontra ne Il Tango di Stravinsky, ma quello che ha incontrato in Angelo 2000 nell’anno 2007, la prima commedia che Oscar ha interpretato nella sua vita. E la regia era di Paolo Pietroni, autore di entrambe le opere teatrali. Pietroni è il vero diavolino che ha cambiato la vita di Oscar Vaccari. Infatti, Pietroni in una recente intervista ricorda:

“Quando ho scelto Oscar come attore di Angelo 2000 nel 2007, era l’art director del mensile OK la salute. Non aveva mai pensato di fare teatro. E’ stata una rivelazione per lui. Abbiamo scoperto insieme che era un bravo grafico ma come attore era un vero animale da palcoscenico, con insospettate e incredibili potenzialità, naturale, spontaneo, intenso, drammatico e comico. Ne Il Tango di Stravinsky è cresciuto ancora di più, la sua maschera è diventata una maschera irresistibile… Non è facile immaginare che cosa accade nella vita di un uomo ormai cinquantenne quando irrompe un nuovo modo di essere, quando la sua vita riparte da zero…  Cambiano tutti i suoi rapporti con il mondo, con il lavoro, con la famiglia. Il suo modo di muoversi, di parlare, di guardare… Per me Oscar Vaccari è un “mostro” nel senso meraviglioso della parola… Per molti giorni ho faticato io stesso a riconoscerlo e ammiro la tenacia con cui coltiva la passione che unisce la sua vita di ieri alla sua vita di oggi: la corsa quotidiana, più chilometri ogni giorno, elegante, magrissimo, agile nella sua tuta nera, e mentre corre si chiede chi è oggi e chi era ieri. Corri, corri, corri, Oscar la vita è ancora lunga e meravigliosa per chi possiede il tuo coraggio!”.

… la riconosco, sembra la battuta di Stanislao a Bukowski: “Posso fidarmi di lei, mister Bukowski? Lei per caso è parente di Charles Bukowski, il grande poeta e scrittore, amante dell’alcol, dei cavalli, delle donne e libertino impenitente?”.
Esatto, è proprio quella.

Cambiamo discorso… Per imparare le battute quale tecnica usi?
Non faccio altro che registrare le voci, ascoltarle e riascoltarle, poi ripeto e scrivo, scrivo e ripeto. Qualcuno mi chiede: ma perché scrivi?!? Non lo so, io intanto scrivo! Non sono un professionista, nasco come art director. La mia prima esperienza teatrale, Angelo 2000, fu bellissima. Però, doveva finire lì. Partita bene, finita bene, punto. Poi Paolo Pietroni, l’autore, mi ha richiamato in Segreti, per ragioni che per me risultano ancora incomprensibii… E ora eccomi qui!

Certo è che Silvia Adelaide, l’imprevedibile Coco, l’elemento di disturbo sfrenato sul palco, non è un aiuto per la tua memoria…
Coco è una sorpresa per tutti, perché improvvisa ogni volta: questo è il suo copione, nessuno sa che cosa farà nell’istante successivo. E questo ti destabilizza non poco. I preziosi consigli di chi ti dice: “Il metodo è seguire il suo movimento, quando lei alza il braccio allora sai che devi dire questo e quello” sono impossibili da seguire perché, una volta che sei rapito da Silvia e dalla sua improvvisazione, la battuta se ne va per sempre.

Oscar Vaccari, Silvia Adelaide, Domenico Arena nelle prove di Il Tango di Stravinsky - Foto di Alessandro Pozzi.

Oscar Vaccari, Silvia Adelaide, Domenico Arena nelle prove di Il Tango di Stravinsky – Foto di Alessandro Pozzi.

Insomma, hai una bambina prodigio che ti fa dannare nel vero senso della parola…
Eh sì, complici ben 3 diavoli, uno dei quali – sotto le spoglie di una donna – mi turba anche un po’…

Che cosa ci dici della poesia che reciterai alla fine?
È una poesia di Charles Bukowski. È una dichiarazione d’amore.

Verso tua moglie o verso tua figlia?
Verso mia figlia. Perché in fin dei conti tutti siamo innamorati di Coco…


——————– intervista e testo di Barbara Pietroni, 16 aprile 2016 ——————–

Potrebbe piacerti anche