Ora pro nobis

OSCAR VACCARI ovvero SAN BARTOLOMEO

Se non avete mai visto un santo appassionato di hula hoop, che fa flessioni e corre all’impazzata mentre la sua “idea” tallona da vicino il suo corpo, allora dovete assolutamente osservare San Bartolomeo (Oscar Vaccari) in ORA PRO NOBIS, commedia di Paolo Pietroni, diretta da Elisabetta Vicenzi, in scena al Teatro Filodrammatici di Milano il 20, 21, 22 aprile 2017 (serate esclusivamente a inviti: prenota il tuo invito mandando un’email a info@teatrotango.it scrivendo il tuo nome, la data prescelta, il numero dei posti, 1 oppure 2).

San Bartolomeo guarisce i malati e gli ossessi. Inutile cercare di capire come faccia, vano tentare di carpire il suo segreto perché altri prima di noi ci hanno provato – e lo hanno scorticato – senza successo. Quello a cui noi mortali possiamo aspirare a questo punto è che Oscar Vaccari, l’attore che veste i panni “santi e atletici” del santo e che con lui condivide un grande e inimmaginabile evento, si lasci scappare qualche rivelazione piccante…

Oscar, che cosa avete in comune tu e San Bartolomeo?
Più di quanto si possa immaginare. Inizialmente, quando Paolo (Pietroni, l’autore, ndr) mi ha fatto leggere il copione, era convinto che fossi San Bartolomeo per un discorso fisico. Poi, quando insieme abbiamo scoperto che sono nato il 24 agosto, il giorno di San Bartolomeo, non ci sono stati più dubbi: quella era una vera “chiamata”!

Infatti avete una qualche somiglianza fisica, due corpi atletici (sappiamo che Oscar Vaccari corre tutte le maratone possibili, è un campioncino!) ma in primo luogo la faccia, la forma della testa, non credi?
L’autore della commedia pensa addirittura che io sia un sosia di San Bartolomeo, così come appare nella famosa statua collocata nel Duomo di Milano. Mi sembra una esagerazione. Io penso che San Bartolomeo sia certamente più bello di me, del resto è un santo e di santi brutti o buffi non ce ne sono…

         

Qual è l’aspetto più umano di San Bartolomeo?
Prova un grande affetto per Paolino, quasi paterno, ed è l’unico santo che non vuole carpire nessun segreto da lui, per riuscire a trovare prima degli altri Michele, il suo amico smarrito, e vincere così il monte premi delle scommesse che i santi del Duomo fanno nelle giornate di pioggia. Dove vadano quei soldi è un mistero. Mi piacerebbe che Bartolomeo facesse un regalo a me, magari la moto volante di Batman.

A un certo punto della commedia Paolino legge un articolo di Lorenzo Viganò pubblicato sul Corriere della Sera e immagina che Bartolomeo e Batman siano la stessa persona, quasi che il santo si incarni del celebre eroe dei fumetti e di tanti film…
Sì, è curioso, hanno un nome che comincia con la lettera B e una somiglianza atletica straordinaria. Peccato che il mio nome cominci con la lettera O, anche se l’attore che interpreta Paolino qualche volta mi chiama affettuosamente Bobo. Che dire? Boh!…

               

Qual è il santo (o la santa) più simpatico della commedia?
Sant’Agnese, forse perché è la più giovane e, per questo, ha un rapporto speciale con Paolino, diverso dagli altri. La Maddalena, per esempio, ha un approccio più ambiguo, quasi malizioso.

E quello (o quella) più antipatico?
Non ho alcun dubbio: è San Giovanni Damasceno, in quanto professore saccente. Persino nei confronti di Paolino, purtroppo.

Come ti sei preparato a diventare santo? Sei diventato più buono in questi giorni?
No, di fatto non sono diventato più buono (ride). Devo l’impegnativa preparazione a Elisabetta (Vicenzi, la regista, ndr), che ha cercato di farmi fare una vera e propria trasformazione, ha cercato cioè di allontanarmi dai miei ruoli precedenti, sempre un po’ sopra le righe e mai con un gran finale. È stato difficile, ma spero di avercela fatta.

Se potessi, che cosa prenderesti in prestito a uno dei santi?
Prenderei in prestito la cultura a San Giovanni Damasceno… così lo rivalutiamo un po’ (ride).

Se lo merita perché Alfredo Rossi/ San Giovanni Damasceno qualche giorno fa ha detto che tu Oscar Vaccari/ San Bartolomeo sei il santo più simpatico!
Ben gli sta (ride)! Poi, dalla Maddalena prenderei in prestito la capacità mediatrice. E da Sant’Agnese… la giovinezza!

Buzzati ha scritto un bellissimo racconto sui santi, collocandoli in casette sull’oceano. Come sarebbe la tua?
Piccola e, soprattutto, molto semplice. Ma questo lo avranno già detto gli altri attori/santi…

No, in realtà non lo ha detto ancora nessuno. Si vede che tu sei più santo degli altri (ridiamo). Sarebbe una casetta vicino alle altre casette?

Non la vorrei vicino alle altre, perché di solito mi devo sforzare per stare in compagnia. Quando, però, mi tirano nel gorgo, non riesco più a schiodarmi. Perciò, per periodi lunghi e isolati e, poi, periodi lunghi in compagnia, opterei per una casetta che si può muovere!

Indipendentemente dal santo che in ORA PRO NOBIS troverà Michele, l’amico scomparso di Paolino, vincendo la scommessa, su chi punteresti?
Sulla Maddalena, perché è un’ammaliatrice, è capace di “intortarsi” Paolino in men che non si dica.

A proposito di santi che compaiono e amici che scompaiono: che cosa accomuna gli uni e gli altri?
Un forte ideale. I santi sono diventati martiri per forte ideale simbolico. E l’amico vero ha una dedizione così grande che, se non arriva a farsi martire, poco ci manca…

C‘è un amico che vorresti ritrovare?
Più di uno. Oggi è abbastanza facile mettersi sulle tracce di chi è scomparso, di chi ha preso una strada diversa. Così, ho fatto un po’ indagini su Internet, ma non mai ritrovato nessuno… E d’altra parte non sono Batman! Forse, adesso che ci penso, avrei dovuto fare come Paolino e chiedere a qualche santo: avrei avuto sicuramente più successo!!!

Con una musica divina, poi, come la Misa Tango di Bacalov che accompagna tutta la commedia, le possibilità di successo sarebbero centuplicate…

 

E infine, ecco un piccolo omaggio a Batman, eroe dei fumetti e anche eroe della fantasia infinita e santa di san Bartolomeo!

 

——————- Testo e intervista di Marianna Sax, 4 aprile 2017 ——————-

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