Un amore

SEDURRE UN UOMO CON IL SILENZIO

È capricciosa (ma questo non fa che renderla più affascinante), opportunista (per necessità), così sensuale da far perdere la testa a molti (in particolare a Dorigo, architetto borghese introverso di UN AMORE, romanzo di Dino Buzzati), un po’ femme fatale e un po’ Lolita. Lei è Adelaide Anfossi, detta Laide (interpretata da Silvia Adelaide – nella foto qui sopra – nella commedia di Paolo Pietroni e Lorenzo Viganò, regia di Elisabetta Vicenzi), “incarnazione del mondo proibito, falso, romanzesco e favoloso, ai confini del quale era sempre passato con disdegno e oscuro desiderio”, come scrisse Buzzati nel suo diario.

In Sala Buzzati (via Balzan 3, Milano), domenica 16 ottobre alle ore 11, perdere la testa sarà davvero inevitabile. Intanto, nell’attesa, potete togliere qualche velo a Laide e a Silvia, leggendo l’intervista qui sotto.

INTERVISTA A SILVIA ADELAIDE

Silvia Adelaide e Mauro Negri nella commedia "Un amore", tratta dal romanzo di Dino Buzzati.

Silvia Adelaide e Mauro Negri nella commedia “Un amore”, tratta dal romanzo di Dino Buzzati.

È stato difficile calarsi nei panni di Laide?
Molto più difficile di quanto pensassi. Non tanto per via delle trasparenze degli abiti, della sensualità dei movimenti o dell’implicito che c’è tra le righe. Mettermi a nudo non è stato un problema, perché in questi anni mi è capitato più volte di interpretare ruoli provocanti. Si trattava, però, di scene in cui stavo sola sul palco. Ciò che in Un Amore mi ha causato soggezione è stato dovermi rapportare con un’altra persona (Antonio, ndr), benché la parte di Laide non sia volgare né spinta. Così, quando ho capito che era necessario avere un contatto fisico in scena, mi sono bloccata un po’…

E, poi, qual è stata la chiave di volta che ha sciolto il blocco?
Se entro qualche giorno la trovo, ti avverto! Pensare ai movimenti, ai gesti, alle battute mentre Dorigo mi accarezza una gamba, per esempio, mi risulta ancora un po’ difficile… ma sono fiduciosa: la chiave di volta è sotto al mio naso.

Sarà, ma mi sembra che tu l’abbia già trovata… Comunque, fa bene a un attore sentirsi sempre alla ricerca di qualcosa, no?
Assolutamente sì. E poi è sorprendente che il pubblico riesca a cogliere sempre qualcosa di diverso rispetto all’attore.

Come ti sei preparata per calarti nel ruolo di una prostituta?
Ho avuto modo di avvicinarmi a donne che si prostituiscono per vivere. E, frequentandole, mi sono resa conto che – in generale e con le dovute eccezioni – sono molto più sensibili, più umane e più generose di coloro che hanno tutto e magari non apprezzano un piccolo gesto o una piccola cosa. Rispetto molto la loro scelta, dettata spesso da problemi economici, di insicurezza o di solitudine. E, soprattutto, non mi metto in una posizione giudicante. Interpretare il ruolo di una prostituta mi ha dato modo di scoprire lati femminili di me che nella mia vita non uso, per svariate ragioni. Così in scena do libero sfogo al mio divertimento, facendo cose senza il rischio che qualcuno mi giudichi.

Silvia Adelaide e Davide Forini nella commedia "Un amore".

Silvia Adelaide e Davide Forini nella commedia “Un amore”.

Passiamo a domande più personali e vediamo se riusciamo a imbarazzarti un po’… Laide fa perdere la testa a Dorigo. È mai capitato anche a te di imbambolare un uomo?
Non che io sappia (ride, ndr)! Forse in modo spontaneo, è bello giocare con il corpo, ma con volontà mai. Comunque, se vuoi una risposta un po’ più precisa, ti metto in contatto con i miei ex, così glielo chiedi!

Qual è la bugia più grande o più divertente che hai raccontato a un uomo?
Ho detto che sarei stata via per un viaggio di un mese e, poi, un giorno – ops! – l’ho incontrato per caso… Che figura!

Quali sono le 3 armi più efficaci per sedurre un uomo?
La prima è la testa. La seconda, i silenzi. Tutti i miei amici maschi mi dipingono con orrore la stessa scena: “Sai quando lei parla, parla, parla e tu hai bisogno solo di tranquillità, di essere lasciato in pace senza sms, chiamate o whatsapp?”. La terza è il carisma, nel senso di giocosità e del sapersi divertire. L’ultima arma sicuramente è il corpo, perché se al corpo non c’è dentro niente, allora sei solo un manichino e basta!

Silvia Adelaide e Mauro Negri in "Un amore".

Silvia Adelaide e Mauro Negri in “Un amore”.

Che differenza c’è tra il modo di amare di un uomo e quello di una donna?
Certo. Se dovessi dare una risposta sintetica, direi che il modo di amare di una donna è il sentirsi apprezzata e considerata. Per un uomo è avere una donna che gli dà la sicurezza di esserci sempre ma anche la possibilità di pensare di poter andare con chiunque.

In “Un Amore” Dorigo dice che la donna è indecifrabile. Anche l’uomo lo è, secondo te?
No, è abbastanza decifrabile, molto più che una donna. Quello che ha da dire lo dice, è sempre molto trasparente.

Dorrigo è molto geloso di Laide. Che rapporto hai con la gelosia?
In passato ne ho avuto paura e, a dire la verità, non l’ho mai capita. Adesso finalmente sto bene, ho trovato qualcuno che mi capisce e che non è geloso. In ogni caso fra tutti i tanghi della gelosia che si ascoltano nella commedia quello che colpisce al cuore è Jelosy di Vasco Rossi, e non credo che Vasco sia particolarmente geloso.

Per questo spettacolo hai preso lezioni di tango. Ti piace questo ballo?
Tantissimo. È difficilissimo, però: la caminada che è la cosa più semplice perché devi camminare avanti o indietro è un vero casino! O hai un partner che ti sa portare o è un disastro. Fortunatamente dall’altra parte c’è Davide (Fiorini, che interpreta l’affascinante Pablo, ndr) con cui ho lavorato tantissimo: ci conosciamo molto bene e, quando sbagliamo, ci riprendiamo al volo!

In un rapporto d’amore, sei – per citare la commedia – “il fulmine, la luna o l’arcobaleno”?
La luna perché è silenziosa, sta in mezzo al buio, in mezzo al nulla e, però, nello stesso tempo dà conforto in una brutta notte, per esempio. Ed è anche un punto di riferimento. Spero di avere questo suo lato luminoso.

Silvia Adelaide e Mauro Negri nella commedia "Un amore".

Silvia Adelaide e Mauro Negri nella commedia “Un amore”.

Che donna sei? Una donna di fiori (che, come dice Ermelina nella commedia, “porta rose, spine e dolori”), di quadri (soldi), di cuori (amore) o di picche (“bastonate e sculaccioni”)?
Oddio, che domanda… Forse un po’ tutte e 4 messe insieme. Dipende dal momento: io cambio continuamente durante la giornata, non sono mai la stessa. E porto anche le spine, anche se raramente e inconsapevolmente.

Quale uomo sceglieresti: un uomo di fiori, di cuori, di picche o di quadri?
Sceglierei quello di cuori con una sfumatura di picche, di fiori e di quadri. Solo una sfumatura, però. Non per caso tra tutti i tanghi della gelosia che fanno da contrappunto alla commedia e all’azione di UN AMORE preferisco quello di Vasco Rossi, che certamente è un uomo di cuori con molte sfumature e alcuni silenzi affascinanti e conturbanti….

“Un amore”, commedia di Paolo Pietroni e Lorenzo Viganò, regia di Elisabetta Vicenzi – Sala Buzzati, via Balzan 3, Milano – 16 ottobre 2016, ore 11 – ingresso libero solo con prenotazione telefonando al numero 02 87387707.

———– testo e intervista di Marianna Sax, 27 settembre 2016 ———–

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