Il Tango di Stravinsky

Paolo Sorbini

Paolo Pietroni, autore della commedia IL TANGO DI STRAVINSKY, racconta: “Ho incontrato per l’ultima volta Paolo Sorbini a Zelbio, dieci anni fa. Un giorno d’estate. A colazione mi disse di avere ascoltato qualche giorno prima un tango per solo pianoforte eseguito da una pianista dilettante che lavorava nella sua azienda. Meraviglioso, straordinario, osservò, non lo dimenticherò mai più, e chiederò a quella signorina di suonarlo ancora una volta e un’altra volta ancora, soltanto per me… Così, quando due anni fa è nato il progetto di Teatro Tango, mi sono ricordato delle sue parole e della sua emozione, sono andato a cercare quel tango, quasi sconosciuto, e mi è nato dentro il desiderio di costruirci intorno una commedia”.

Ci piace dedicare oggi questo lavoro teatrale a Paolo Sorbini, il dottor Enervit, come molti lo chiamano nel ricordo del prodotto più famoso, più originale, più nuovo da lui creato. E ai suoi figli, Alberto, Giuseppe e Maurizia. E alle molte persone che lo hanno amato e che continuano la sua ricerca nell’azienda di Zelbio. La vita è un cerchio meraviglioso dove stanno persone diverse che hanno un sentimento comune, così come ci dice la filosofia del tango. Ricorda ancora Paolo Pietroni: “Quando ero un bambino abitavo a Milano in via Vitruvio e a pochi passi, in via Settembrini, c’era una farmacia e c’era un farmacista, un uomo che negli anni Cinquanta diventò il medico della nostra famiglia. Quell’uomo era il padre di Paolo Sorbini… E più tardi, quando io sono diventato adulto e giornalista (ero direttore di Amica) penso di avere contribuito al grande successo di Enerviti, creato dal figlio di quel medico di famiglia, il dottor Paolo, allegando a ogni copia di Amica nelle edicole di tutta Italia quella magica bustina di Enervit. Una rivoluzione in due parole: magri e forti.”

Ci piace, qui, riportare l’inizio dell’articolo, intitolato “Addio a Sorbini, il dottor Enervit” con cui il Corriere della Sera gli ha dato l’ultimo saluto, il 27 dicembre 2006:

“Neppure i suoi ottant’ anni lo avevano fermato. E, complice quella filosofia di vita che lo aveva trasformato da speziale in guru nel settore degli integratori alimentari, pochi mesi fa era partito per Okinawa, con l’ intenzione di studiare le popolazioni ultracentenarie del Giappone, capire come mangiano e applicare il loro segreto allo sport. Paolo Sorbini, fondatore oltre cinquant’ anni fa della Enervit, è morto la vigilia di Natale. E ieri centinaia di persone, tra cui campioni del calibro di Sara Simeoni, Daniele Gilardoni e Lorenzo Vismara, hanno partecipato al suo funerale. Il «dottor Enervit» non era nato a Zelbio. Eppure in questo piccolo, ma affascinante paese sulle montagne del Triangolo lariano aveva deciso di trasferirsi e di fondare la sua azienda. Amava ricordare la sua provenienza da una famiglia di speziali, Paolo Sorbini. Una passione, quella per la ricerca, che lo aveva spinto ad attivare collaborazioni con diverse università e, ultimamente, anche con il Cnr. Un nome, quello di Enervit, legato a imprese storiche come il raggiungimento del record delle 14 vette alte 8mila metri da parte di Reinhold Messner… E poi seguirono altre imprese. Come l’ avventura di Ambrogio Fogar al Polo Nord…. E ancora: Francesco Moser, Alberto Tomba, Valentina Vezzali, Manuela Di Centa, le nazionali di basket e rugby, Azzurra, Luna Rossa. Il nome dell’ ex speziale si è legato a numerose personalità del mondo dello sport. Tra loro anche Sara Simeoni, che ieri ha voluto esserci all’ ultimo saluto a Sorbini: con i suoi atleti si comportava come un padre”.

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