Stanotte ho fatto un sogno

TOM HANKS

Faccio gli auguri per un felice anno nuovo a tutti gli appassionate di Teatro Tango. Mi chiamo Geronimo, sono nato nel 1972 in un paesino della provincia di Napoli, di mestiere faccio il fotografo di matrimoni, battesimi, compleanni eccetera, soprattutto a Napoli. Qualche volta mi chiamano a fare il ritratto a un defunto come se fosse vivo, con l’aiuto delle donne estetiste delle pompe funebri, quando il defunto non ha una bella foto da mettere sulla lapide. E un mese fa mi è capitato di fotografare un uomo che aveva una faccia particolare: assomigliava a Tom Hanks, l’attore protagonista del film Il ponte delle spie che ho visto al cinema cinque giorni fa.

Dovete sapere che mio padre mi ha chiamato Geronimo perché conosceva a memoria la storia di Geronimo, il grande capo degli Apache. Un mito per lui, un eroe. Così ho fatto un sogno la notte che ho visto Il ponte delle spie. Nel sogno ho incontrato Tom Hanks in un accampamento indiano ai piedi della collina di Hollywood. Gli ho chiesto: stai preparandoti a interpretare un film sui pellerossa? E lui: come fai a saperlo? E io: non lo so, lo spero. E lui: chi sei, da dove vieni? E io: sono un fotografo, vengo da Napoli. E lui: come ti chiami? Geronimo. “Really?”, dice lui sorridendo. Poi aggiunge: “Mi piacerebbe diventare Geronimo, mi piacciono tutti i personaggi che combattono contro le ingiustizie”. E io: lo so, da Philadelphia a Il miglio verde, Forrest Gump, Salavate il soldato Ryan, Il ponte delle spie eccetera.

Goyaale

Tom Hanks aveva un’aria preoccupata. “Eccetera… Però Geronimo mi fa paura diventare lui”. E io: perché? “Era soprannominato Il Sognatore. Sapeva leggere nel futuro. Ho paura di leggere nel mio futuro. Ho un futuro piccolo, ho paura”. Allora gli ho detto: ti prego, fallo per mio padre. Lui ha sollevato il capo verso il cielo blu di Hollywood e ha detto: “Vedi quel migliaio di nuvole in corsa come cavalli bianchi? Potrei morire prima di finire il film. Alla fine dei conti io non sono nessuno. Geronimo invece è qualcuno. lo sarà sempre ”. Io ho stretto la sua mano: se così è, aspetta, non voglio che tu muoia così presto.

Mi sono svegliato quasi piangendo. Io amo Tom Hanks quanto mio padre amava Geronimo. Lui è un attore speciale, un uomo speciale. Quando incontrò Barack Obama nel dicembre di un anno fa alla Casa Bianca, e ricevette da lui la massima onorificenza dell’arte e dello spettacolo negli Stati Uniti, il presidente americano se ricordo bene disse di lui: non è un attore, non è un uomo diventato un bravissimo attore, è semplicemente nato attore, è l’Attore. Sono d’accordo: passa da una parte all’altra con una facilità spaventosa. Immagino che quando si sveglia al mattino, non sappia neanche lui chi sia quel giorno. Lui ha ricevuto un grande talento dal destino, ma ha una croce da portare. Lui è tante persone diverse insieme. Insomma, come lui ha detto nel mio sogno, il suo prezzo da pagare alla vita è essere tanti e nessuno insieme.

In questo mio sogno non c’è il tango. Ma io lo ballo ogni sabato sera. E ballando il tango noi proviamo l’emozione di dimenticarci chi siamo e di diventare chi vorremmo essere. Tutti e nessuno al tempo stesso. Se mettete un video alla fine del sogno come usate fare, vi prego: nessun tango ma la musica di Philadelphia. Mi piace tanto.

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