Stanotte ho fatto un sogno

LEONARDO DICAPRIO: BALLA CON ME!

Ci si può innamorare di un attore? No. Impossibile. Bisognerebbe conoscerlo prima, uscire una sera a cena con lui, guardarlo negli occhi, toccargli una mano, scambiare qualche parola, magari camminare al suo braccio sotto lo stesso ombrello in un giorno di pioggia… e sperare nel fatidico colpo di fulmine. Ma ci si può innamorare invece del personaggio che un attore diventa per te nel corso del tempo, film dopo film. E vi assicuro che un personaggio può diventare reale quasi quanto un uomo, anzi a modo suo di più, con la differenza che non puoi telefonargli e non puoi stirargli le camicie, però puoi dormire insieme con lui e sognare insieme con lui. Per me è così.
E così io vent’anni fa mi sono innamorata di Leonardo DiCaprio e la notte di domenica 28 febbraio l’ho passata davanti alla tv a vedere gli Oscar e la sua vittoria col film The Revenant. Finalmente! La meritava quella statuetta! E quando l’ha alzata al cielo ho stappato una bottiglia di champagne e ho pianto come una stupida. Stupida ma felice. Mi sono addormentata alle otto del mattino e sono caduta nella scena di un suo film che ho molto amato per via del mio nome.

Mi chiamo Genny. Sono nata a Roma nel 1972, stesso anno e stesso giorno di Cameron Diaz, l’attrice che appare al fianco di Leonardo nel film Gangs of New York, nel ruolo della figlia di Bill il Macellaio. Figlioccia, per la precisione, e borseggiatrice, irlandese, capelli rossi, di nome Jenny. Mia madre mi ha chiamato Genny in onore del marchio di moda diventato famoso in tutto il mondo, nato a Ancona dove mia madre faceva la sarta. Insomma, guardando quel film mi sono immedesimata a tal punto in Jenny che ho cambiato il colore dei capelli e il trucco e il sorriso a causa del mio amore per Leonardo DiCaprio. La scena di quando si incontrano, in un grande bar, lei che lo sceglie come ballerino guardando in uno specchio il volto di tanti candidati, rifiutandoli uno dopo l’altro, prima di dire sì a lui… E il ballo? Che meraviglia! Non è un tango ma non importa! Come se lo fosse! Quella scena ho immaginato di viverla mille volte e non c’è niente di strano che il mio sogno sia partito proprio da qui. Con una differenza: non era Jenny ma era Leonardo a tenere uno specchio tra le sue mani e a scegliere la candidata ballerina… Prima di arrivare a me aveva scelto Giorgia Meloni. “Sai”, mi dice Leonardo schiacciando l’occhio, “questa è il futuro sindaco di Roma!”. Io gli dico: “E’ incinta, non diventa sindaco”. Poi sceglie Lilli Gruber. “Sai”, mi dice con un altro occhiolino, “questa intervista Hillary Clinton, appena diventa presidente degli Stati Uniti!”. Io gli dico: “Non diventa presidente degli Stati Uniti”. Poi sceglie la Litizzetto. “Sai”, mi dice, “questa ha una love story con Donald Trump, nessuno sa, nessuno immagina, se non ce la fa Hillary ce la fa Donald, poco ma sicuro!”.
Mi fa ridere. “Ma per favore”, gli dico, “sei un uomo alto quasi un metro e novanta, e vai a scegliere la Meloni, la Gruber, la Litizzetto, tre nane?”. Lui mi dice: “Calma, piccola, stai calma, tu quanto sei alta?”. I sogni non hanno nessuna logica. Altrimenti non sarebbero sogni. Io sono alta un metro e 65 centimetri, uno e 75 con il tacco 12. Avrei dovuto gridarglielo in faccia, con orgoglio. Invece gli ho risposto: “Un metro e mezzo”. E lui: “Non posso sceglierti come ballerina”. Perché? “Mi dispiace”. Perché? “Non sei alla mia altezza”. E poi, uscendo dal bar sorridendo: “Però ti voglio bene”.
Grande! Grande! Grande! Io, invece, piccola. Ancora più piccola, nel desiderio di stare tra le sue braccia come una bambolina, per sempre. Piccola. E stupida. Ma generosa.

 

—————————- 29 febbraio 2016 —————————-

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