Stanotte ho fatto un sogno

PAPA FRANCESCO

Sono una ragazza di campagna, ho 14 anni, mi chiamo Giovanna Primavera. Mio padre fa un mestiere antico, il fabbro ferraio, mia madre fa la mungitrice nella fattoria di mio zio, io amo lo studio, sono brava in matematica, mi piacerebbe diventare una scienziata come la Levi Montalcino. In italiano me la cavo, non so se sono abbastanza brava nel raccontare il sogno che ho fatto la domenica passata. Però ci provo, mi piace la vostra idea perché i sogni raccontano la gente semplice meglio di tanti telefilm scemi. Io sono rimasta colpita dalla foto di Diesel, il cane pastore ucciso a Parigi dai terroristi, la foto che ho trovato su teatro tango FB è bellissima, nessun giornale l’ha pubblicata. Io l’ho fatta stampare a colori dal mio professore di disegno, l’ho messa accanto al mio letto e così ho sognato il Papa. Grazie, Diesel! Proprio Papa Francesco in persona!… Eravamo all’aperto, davanti alla stalla, stavamo mangiando la polenta, che mi piace tanto, con il formaggio caldo che fa i fili. C’era la mamma, il papà, i miei tre fratelli, le zie e poi anche i miei nonni, due + due, che sono morti da qualche anno, eppure nel sogno erano vivi e allegri. E c’era anche Gigio, il bastardino dal pelo champagne, anche lui è morto due anni fa, ma nel sogno era vivo, saltava, giocava con una piccola mela verde. Che gioia!… Poi, quando la mamma ha alzato il bicchiere di vino rosso per fare un brindisi alla nonna che avrebbe compiuto novant’anni se fosse ancora con noi, ma nel sogno era con noi, all’improvviso arriva il Papa. Silenzioso. Camminava sull’erba come scivolando. Mio padre si alza e lo fa sedere, il Papa ringrazia, poi mi guarda e sorride e mi dice, proprio a me, soltanto a me: “Come va Giovanna? E’ arrivata la primavera?”. Capito? Mi dice le stesse parole che qualche compagno di scuola mi grida dietro alla fine di marzo quando entro in classe: è arrivata la Primavera!

Io sono rimasta senza parole. Non sapevo cosa dire. Poi, siccome la mamma ha una malattia che mi preoccupa, ho chiesto al Papa: guarirà la mia mamma? Guarirà? Ho visto una lacrima brillare in un angolino del suo occhio sinistro. Papa Francesco, ho aggiunto, lei dirà a Dio di guarirla, vero? E c’è anche una mucca, Rosetta, molto ammalata, e c’è un bambino chiuso nella casa rosa che non riesce più a camminare… “Giovanna, Giovanna”, mi diceva il Papa, come se pregasse. E allora mi è venuto da dire nel sogno una cosa che non avrei mai il coraggio di dire al Papa nella realtà. Gli ho detto: Papa Francesco, ci dica la verità: Dio esiste?”.

Lui taceva, guardava le nuvole nel cielo. Io sono un po’ matta, mi sono messa a ballare un tango da sola, tanto so bene che lui è argentino e gli piace il tango, così, per fargli coraggio. Io fare coraggio al Papa? Nei sogni c’è l’impossibile! E lui finalmente ha parlato. Mi ha risposto con le stesse parole del mio professore di disegno, incredibile! “Esiste è la parola sbagliata. Dio non esiste. Dio è. E’ assurdo che ci sia. Tanto assurdo che c’è per davvero. Guarda quell’albero di ciliegie alle tue spalle, Giovanna. Dio è anche lì, tra una foglia e l’altra”. Poi il Papa si è messo a piangere, ma in silenzio. Era un uomo bellissimo, giovane ma così giovane! E io mi sono svegliata, credo, bagnata dalle sue lacrime. E felice di avere fatto questo sogno.

 

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