“Lucio Fontana: il suo viso di gesuita e di gaudente, gaucho e banchiere, ballerino di tango e filosofo, ringiovanito dalle polemiche, dalle battaglie e da due cocchi acuti come i suoi buchi, è raggiante…” Con queste parole Mario Pancera, giornalista e scrittore, incomincia la sua lunga intervista a Fontana, uno degli artisti più grandi del Novecento, famoso in tutto il mondo soprattutto per i buchi e i tagli con cui ferì le sue tele, prima uccidendo e poi risuscitando un’arte nuova, che nessuno prima di lui aveva immaginato né osato immaginare.
Fontana ballerino di tango? Neppure questo era stato immaginato da alcuno, neppure da chi aveva ben presente che era nato a Rosario di Santa Fè, Argentina, il 19 febbraio 1899. E oltre a ballare il tango aveva imparato fin da bambino ad andare a cavallo e a maneggiare il revolver: “Ero un tiratore abilissimo”, ricorda lui stesso nell’intervista, poi pubblicata nel libro Lucio Fontana e l’Infinito. Sappiamo dalle canzoni argentine di tutto il Novecento che il tango è percorso da cavalli, coltelli, lame, pistole, duelli, mischiati alle storie d’amore…
Ma i tagli? Hanno qualcosa a che vedere con il tango? Sì, senza dubbio. I maestri che insegnano questa danza non si stancano mai di raccomandare ai ballerini: Ricordate, non dimenticate mai che la vostra gamba non è solo una gamba, è anche una sciabola, e quando l’alzate all’improvviso, sia davanti sia dietro, voi date una sciabolata secca, che taglia i tempi del tango, che spezza una trama per poi cominciare un’altra trama. Il tango non è un romantico idillio, non è una carezza infinita, non è una passeggiata triste. E’ anche una frusta, una scommessa, una sfida, insomma una sciabolata che si ripete all’infinito, sempre nuova e sempre antica. E come Fontana ha sempre ripetuto, “Umiltà ci vuole, sempre umiltà, anche nel dolore, anche nella rabbia”.
Nei giorni di San Valentino del 2009 (12 e 13 febbraio) il Palazzo Ducale di Genova ospitò una grande mostra sui famosi tagli di Lucio Fontana e, ispirandosi proprio alle sue opere, nella sala costellata dalle sue tele, si esibirono nel tango alcuni ballerini famosi, gli argentini Erica Boaglio e Adrian Aragon, e Miguel Angel Zotto e Dalana Guspéro. “I tagli di Lucio Fontana”, disse il critico Philippe Daverio, “vengono da lontano, dal suo paese d’origine. Dove la lama si intreccia imprevedibilmente alla musica, all’arte, alla letteratura, alla vita”… Parole felici pescate dalle pagine di Borges!
Lucio Fontana fotografato da Ugo Mulas
Ballerino di tango e filosofo. L’accoppiamento non è casuale. Danza, arte e filosofia: questo soprattutto è il tango! Ci piace ricordarlo così il grande ma umile Lucio Fontana nei giorni di San Valentino 2016. Con il video di quel tango al Palazzo Ducale di Genova, ballato tra i tagli delle sue tele rosse…
E se volete approfondire la vostra conoscenza di Lucio Fontana, il grande artista che viene dall’Argentina ma ha fatto la sua vita, la sua casa, la sua fortuna in Italia (contemplate con attenzione ed emozione i suoi “teatrini”, dal momento che siete nel sito di Teatro Tango…) :
—————————- testo di Paolo Pietroni, 13 febbraio 2016 —————————-