Di tutti i personaggi di ORA PRO NOBIS, commedia di Paolo Pietroni, diretta da Elisabetta Vicenzi (in scena al Teatro Filodrammatici di Milano il 20, 21, 22 aprile, serate esclusivamente a invito*), Agostina (interpretata da Maddalena Alesso) è quella che ha i piedi più piantati a terra. Più dei santi e più di Paolino, il figlio ex autistico che viene rapito dai gorghi di parole e va in fissa per le cose rotonde. È inchiodata al suolo, ma vorrebbe volare. È costretta a essere realistica per difendere il figlio dalle delusioni, dagli equivoci, dalla vita che non è come dovrebbere essere. Vive in una prigione, ma è una prigione d’amore. Come ci spiega Maddalena Alesso nell’intervista qui sotto…
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Maddalena, parlami del personaggio che interpreti, dimmi di Agostina.
Il mio personaggio è stanco, perché è immerso dall’inizio alla fine in una tremenda tribulatio. Pensa di poterla risolvere, poi crede di averla risolta e, invece no, si ricomincia daccapo. In realtà, non c’è modo di guarire dall’autismo (benché molti dicano il contrario), qualcosa che non va rimane sempre com una macchia indelebile. E in questa situazione, Agostina deve esserci costantemente e non può dedicare nemmeno un secondo a se stessa, altrimenti:
A. si sente in colpa
B. la fanno sentire in colpa
Insomma, in poche parole, Agostina è prigioniera, cerca di ritagliarsi degli spazi ma tutto incombe su di lei. È in una prigione, ma una prigione d’amore.
Agostina ha origini sicialiane come i tuoi genitori. Ti ritrovi, quindi, nel tuo personaggio?
Assolutamente sì e a mio completo agio.
Hai anche tu, come Agostina, un debole per Santa Rosalia?
Non proprio: Santa Rosalia – il Signore mi perdoni – non mi è tanto vicina, è palermitana e io sono messinese!
In effetti la patrona di Messina è la Madonna della Lettera. La sai la storia, no? Maria nel 42 d.C. si trovava in Palestina e ricevette, per mano di San Paolo, una missiva dei messinesi convertiti al Cristianesimo, che le chiedevano protezione. Lei rispose con una lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli (ora custodita presso il Duomo di Messina), in cui diceva: “avendo voi conosciuta la via della verità/ per mezzo della predicazione di Paolo apostolo eletto/ per la qual cosa benediciamo voi e la vostra città/ della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice”.
A dirti il vero, non sapevo chi fosse la patrona di Messina, ma adesso mi spiego perché ho un debole per la Madonna! La considero e l’ho sempre considerata come la Mamma per eccellenza. Quando voglio e ho bisogno di farmi abbracciare amorevolmente, penso a Lei.
Hai anche un debole per qualche santo?
Da Giovane l’avevo per Santa Chiara e San Francesco. Sai, fanno parte di quei percorsi che si seguono all’oratorio: “Fratello sole, sorella luna”, tanto per intenderci. San Francesco, poi, è patrono d’Italia, come si fa a non sentirlo particolarmente vicino?
Quindi, ti capita spesso di pregare San Francesco e Santa Chiara?
In realtà, non ho mai l’abitudine di rivolgermi a un santo, quando prego. Ho sempre la mia Madonna, Gesù e, adesso, dopo ORA PRO NOBIS, gli angeli e gli arcangeli. Non che non abbia un buon rapporto con i santi, anzi mi piace molto la loro presenza, li ho sempre considerati persone straordinarie oppure ordinarie, a seconda dei punti di vista.
Hai mai assistito a un miracolo?
Diciamo che ogni giorno assisto a un miracolo: sto bene, sono in salute, mangio, ho un lavoro, ho dei figli meravigliosi, non ho niente di cui lamentarmi (anche se ogni tanto faccio finta di farlo). Più miracolo di così!
In questa commedia i santi corrono in aiuto dell’amicia tra Paolino e Michele, l’amico scomparso. Che cosa hanno in comune santi e amici?
Mi viene da pensare che, quando ti rivolgi alla Madonna e a Gesù, c’è un certo rispetto. Mentre quando fai appello a un santo, è come se fosse un tuo amico. I santi hanno vissuto una vita tribulata, piena di peccati e controversie, non sono stati subito beati e abbagliati dalla luce. Insomma, sono più umani e più vicini a noi, ecco perché li si tratta come amici.
Qual è il santo (o la santa) più simpatico della commedia?
Se intendi il più divertente, ti rispondo San Bartolomeo perché fa ridere. Se, invece, intendi quello che sento a me più vicino, allora ti dico la Maria Maddalena. Quando ero piccola il mio nome – Maddalena, appunto – non mi piaceva, pensavo che fosse bruttissimo. Però, quando mi sono resa conto che avevo un grande nome, dato a una grande donna, ho cambiato subito idea.
Qual è il santo più antipatico?
Quello che mi dice meno è San Giovanni DamaSCEMO, e sottolineo DamaSCEMO. Perché tratta male il bambino, e poi se la tira inverosimilmente. Tuttavia gli invidio moltissimo la cultura sconfinata.
Indipendentemente dal santo che nella commedia vincerà la scommessa e ritroverà Michele, tu su chi punteresti?
Sulla Maddalena.
E così abbiamo fatto l’en plein. Tutti, ma proprio tutti, punterebbero sulla Maddalena. Come mai?
Ma l’hai vista?!? Paolino pende dalle sue labbra… E, poi, la Maddalena ha un carisma ineguagliabile.
Come la musica divina della Misa Tango di Bacalov che accompagna tutta la commedia:
————————- Testo e intervista di Marianna Sax, 19 aprile 2017 ————————-