Ora pro nobis

CESARE CADEO: LA DONNA PIU’ BELLA DEL MONDO

Cesare Cadeo è una presenza costante e preziosa negli spettacoli di Teatro Tango. Costante perché viene considerato, da chi scrive e da chi dirige, un attore a tutti gli effetti, preziosa perché senza di lui e la sua voce non saremmo in grado di provare forti emozioni a sipario ancora abbassato, cioè poco prima dell’inizio della commedia, e soprattutto di trasferirle, poi, sul palco. Spesso, infatti, come succede adesso in ORA PRO NOBIS (di Paolo Pietroni, regia di Elisabetta Vicenzi), gli viene chiesto di leggere poesie che introducono alla rappresentazione teatrale. Non è un’impresa facile e non è cosa da tutti. Per interpretare una poesia ci vuole una grande sensibilità, occorre stare in equilibrio dosando i silenzi e le parole, regolando le vibrazioni inquiete del sentire e misurando la musica e il ritmo che si celano dietro a ogni verso. Il tutto sotto forma di un monologo (solo apparente), che concentra in sé tre mondi sconfinati: quello del poeta, quello dell’ascoltatore e quello del portavoce. In questa commedia legge 3 poesie dedicate alla Madonna. Lo fa in modo intenso e appassionato, spinto dall’amore per i santi, “che non sono necessariamente quelli santificati o beatificati”, e per la Vergine Maria, “la donna più bella del mondo”.

Cesare Cadeo, che è anche (e vorremmo aggiungere: soprattutto) un grande appassionato di musica, classica e leggera, ha scelto come accompagnamento musicale della lettura delle 3 poesie su Maria Vergine che leggerà a sipario chiuso, l’Ave Maria di Shubert interpretata da Celine Dion. La quale Celine Dion non a caso è profondamente devota alla figura, alla storia della Madonna. E non a caso qualcuno la definì, quando interpretò la colonna sonora del film sul Titanic, “la voce più bella del mondo”:

Cesare, che rapporto hai con i santi?
Il mio rapporto con i santi nasce fin da piccolo, da quando mio padre mi diceva: “Gioca coi fanti e lascia stare i santi”. Questa frase mi ha fatto scattare qualcosa dentro, un qualcosa che mi ha accompagnato per tutta la vita. Anche perché, poi, ho avuto la fortuna di conoscere tante persone veramente sante per il loro modo di vivere. Non necessariamente figure straordinarie non ancora beatificate o santificate, ma considerate sante dalla gente che le frequentava. Ho incontrato anche figure eroiche di medici, professionisti, imprenditori, operai: la santificazione della vita, evidentemente, avviene pure nel quotidiano, per chi crede e per chi pensa che siamo stati mandati qui anche per questo. Quindi, con i santi ho un bel rapporto, a cominciare da Sant’Ambrogio e a seguire con tutti gli altri.

Ti capita di fare appello ai santi?
Eccome. Quando uno se ne va in cielo vengono elencati tutti i santi che devono pregare per lui. E io ogni volta – fin da ragazzino – dico a me stesso e soprattutto ai santi: perché non iniziate a pregare adesso, che potrebbe essere altrettanto utile?

C’è un santo particolare che porti nel cuore?
Ho a cuore un santo che non è ancora santo. Ma, siccome la vita può essere fatta di santità, è già considerato un santo. Si tratta di un padre cappuccino che si chiama padre Giulio Savoldi, che è morto alcuni fa e che viene considerato una persona santa, sia dai suoi confratelli sia dai fedeli. In effetti, era una persona eccezionale.

Padre Giulio Savoldi.

So che per te la Madonna è davvero speciale. È così?
Io sono un devoto della Madonna. Credo che Lei mi sia stata vicino da sempre e per tutta la vita. È uno dei motivi per cui ho amato papa Giovanni Paolo II: perché era Suo devoto. Quando mi capita di andare a messa alla domenica, alla fine raggiungo immancabilmente l’angolo dedicato alla Madonna e una preghiera, una raccomandazione la faccio sempre.

Le 3 poesie, che leggi come introduzione alla commedia, sono molto diverse e scritte in periodi differenti. Di ognuna vorrei che mi dicessi la parte, il concetto o la sfumatura che ti colpisce di più. Iniziamo da quella di Francesco d’Assisi.
Francesco d’Assisi mi piace quando dice: “Ti saluto, sua casa/ ti saluto, suo vestimento”. Perché in due versi racchiude un’immagine magnifica: quella della Madonna che riempie e avvolge la vita di chi crede.

Della poesia di Lorenzo il Magnifico?
È la fase finale che mi colpisce: “Ciascun canti in gran dolcezza:/ con la tua bellezza tanta/ la bellezza innamorasti”. Chi ha visto la Madonna, come Bernadette Soubirous, chi l’ha vista a Medjugorje – anche se il fatto è ancora controverso e la Chiesa ci sta ancora riflettendo – dice che è di una bellezza incredibile, una bellezza celestiale. Questo mi affascina molto. Ho amato le donne per tutta la vita e l’idea che ci sia la donna più bella di tutte mi riempie di felicità. È uno dei motivi per cui non ho paura della morte: quando sarà la mia ora, vedrò la donna più bella del mondo!

In effetti, non è una cosa da poco! Finisco con il chiederti che cosa ti piace particolarmente nella poesia di Trilussa.
Trilussa sono io, la poesia mi calza a pennello: “Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;/ da un pezzo s’è addormita la vecchietta,/ ma quer consijo nun l’ho mai scordato.”. Cioè: i consiglio di mamma di pregare la Madonna nei momenti difficili. “Come me sento veramente solo,/ io prego la Madonna benedetta/ e l’anima da sola pija er volo!”. Non ho il genio di Trilussa, ma sto benissimo in questi versi… soprattutto quando si dice: “Ormai so’ vecchio”!

Insomma, le 3 poesie che Cesare Cadeo legge prima di ORA PRO NOBIS sono di una bellezza celestiale, come la Madonna. E come La Misa Tango di Bacalov che accompagna tutta la commedia.

ORA PRO NOBIS è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano il 20,21,22 aprile 2017 alle ore 21. ESCLUSIVAMENTE su invito. Per prenotare il tuo invito manda una mail a info@teatrotango.it  scrivendo il tuo nome, la data prescelta e il numero di posti che desideri, 1 o 2.

———————- Testo e intervista di Marianna Sax, 12 aprile 2017 ———————-

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