Nei suoi passi e nei suoi cerchi il tango può racchiudere una storia d’amore, ma anche una dichiarazione di eterno rispetto o un’alleanza indissolubile che sfida i pregiudizi, le classi sociali e gli stereotipi di ogni tipo. Non aspettatevi la sensualità a cui il tango vi ha abituato, perché quella che vedrete davanti a voi è una sensualità che si sprigiona da un’unione di intenti, da uno stare insieme per un obiettivo comune, dalla condivisione di ciò che sembra giusto mentre tutt’intorno ha l’aria di essere sbagliato. Qui, in Un matrimonio all’inglese, nessuno seduce nessuno, ma due seducono il mondo.
Un matrimonio all’inglese (2008), regia di Stephan Elliott, con Jessica Biel, Colin Firth, Kristin Scott Thomas, Ben Barnes, Kimberley Nixon.
CHE COSA STA SUCCEDENDO (nel film):
Larita (Jessica Biel) è una giovane vedova americana, indipendente e affascinante, che sposa l’inglese e altrettanto giovane John Whittaker (Ben Barnes). Qui siamo nella villa che appartiene ai Whittaker da generazioni e l’atmosfera è alquanto tesa. Per due motivi. Primo, Larita non è vista di buon occhio da nessuno (figuriamoci poi dalla suocera Veronica/ Kristin Scott Thomas): è americana, è una donna indipendente e per di più è lontanissima dallo stereotipo della brava moglie inglese che sta al suo posto e rispetta le etichette. Secondo, tutti – parenti e invitati – sono stati appena informati da Hilda, la cognata interpretata da Kimberley Nixon, che Larita è stata sposata in prime nozze con un uomo molto più vecchio di lei e malato di cancro, e che è stata la giovane sposina a mettere fine alle sue sofferenze con l’aiuto di una bella quantità di veleno. Per questo, John si rifiuta di ballare un tango con lei, e uno straccio nessuno si fa avanti. A parte un caro amico (zoppo) e… il suocero Jim (Colin Firth), che la guerra ha reso allergico all’ipocrisia e sensibile all’intelligenza.
COME FINIRA’: Il matrimonio tra Lanita e John si spezza. Lei lascia per sempre gli Whittaker, ma inaspettatamente trova un compagno nella sua fuga: Jim, che trova la forza di tagliare il cordone ombelicale con la dispotica moglie Veronica della quale viene detto: “E’ come l’annegamento… piacevole, quando smetti di dimenarti”. Ciò che Jim ha imparato a fare nell’abbandono del tango, tra le braccia e tra le gambe di una donna molto diversa e decisamente incantevole.
JESSICA BIEL: DIFFICILE BALLARE UN TANGO SENZA SENSUALITÀ
“Forse non ci crederete, ma io e Colin abbiamo provato questa scena solo 3-4 volte. Non so come ci siamo riusciti, a dire la verità, perché il tango è un ballo così difficile… Per noi, poi, lo era ancora di più. Non potevamo, infatti, ricreare la sensualità e il mistero che in un tango ci devono assolutamente essere, perché i nostri personaggi e la relazione che li legava non ce lo permettevano. Comunque questa è stata la mia prima volta. Indimenticabile”.
COME SI SENTIVA LA BIEL NELL’ABITO (MOLTO ADERENTE) ANNI 30?
“Mi sono sentita davvero bellissima. D’altra parte gli Anni 30 sono stati eccezionali per la moda femminile. I vestiti erano disegnati proprio per il corpo della donna: accentuavano la vita, davano spazio ai fianchi e alle gambe e permettevano di indossare un’ampia camicetta di seta o di raso. Qualunque donna si sarebbe trovata benissimo in quell’abito”.
COLIN FIRTH ERA NERVOSISSIMO E VOLEVA UNA CONTROFIGURA
“Non sapevo ballare bene, così avevo chiesto al regista Stephan Elliott di usare una controfigura e di inquadrarmi soltanto nei primi piani. Nel frattempo, però, Jessica si stava appassionando così tanto alla scena che dovevamo girare che iniziò a prendere lezioni di tango a Londra dal ballerino/attore argentino Juan Pablo di Pace. Lo avevo conosciuto durante le riprese di Mamma Mia! e mi convinsero a imparare da lui i passi base, assicurandomi che avrebbero usato. però, una controfigura durante le riprese. Ma non fu così: il regista mi mise davanti alla videocamera e io dovetti ballare. Alla fine fu davvero soddisfatto della mia performance e io, devo ammerlo, mi ero proprio divertito. Mi sono innamorato del tango quando 20 anni prima andai a Buenos Aires a girare Apartment Zero di Martin Donovan”.
CHI HA INSEGNATO IL TANGO A FIRTH E PERCHÉ:
Si chiama Juan Pablo Di Pace, è un attore, un regista e un modello argentino talmente bello da interpretare il ruolo di Gesù Cristo nella serie tv La Bibbia – Dio nella storia. Per insegnare il tango a Colin Firth, la coreografa Litza Bixter ha scelto proprio lui perché sapeva che “Colin era molto nervoso per via di questa scena e, forse, farlo affiancare da Juan Pablo – che in Mamma Mia! era il suo boyfriend greco – lo avrebbe messo un po’ più a suo agio”.
PERCHÉ LA COREOGRAFA LITZA BIXLER HA SCELTO PROPRIO UN TANGO ARGENTINO:
“La scena era importantissima: in due minuti di ballo bisognava dire mille cose sulla relazione che c’era tra l’affascinante americana e il suo nuovo suocero inglese. Ecco perché ho scelto un tango argentino e non un ballo da sala. Nel tango argentino i bacini sono in realtà separati e le teste si toccano. È un tango gentile, intimo senza per forza avere una carica sessuale e questo era perfetto per l’incontro dei due personaggi. Se guardate ballare un padre e una figlia, vi accorgerete che c’è qualcosa di meraviglioso che attraversa l’aria. Il film, poi, si svolge alla fine degli Anni 20, quando il tango è nato da poco. In origine veniva ballato da due uomini, due prostituti in genere. Non si trattava tanto di un rituale di accoppiamento, quanto di una sfida. Tant’è vero che i movimenti dei piedi sono “taglienti”. Insomma, scegliere un tango argentino nel contesto della buona società britannica era rischioso. Così ho dovuto documentarmi seriamente sull’origine del tango. Ed è andata bene, molto bene”.
—————————- testo di Marianna Sax, 16 febbraio 2016 —————————-