Per ballare il tango, non occorre vedere, perché – come disse Helen Adams Keller (1880-1968), scrittrice, attivista e insegnante statunitense, sordo-cieca dall’età di 19 mesi – “le cose più belle e straordinarie esistenti al mondo non le puoi vedere e nemmeno toccare, ma le devi sentire con il cuore”.
Il tango ha regole geometriche così precise e inflessibili che è possibile ballarlo a occhi chiusi, così può danzarlo anche un non vedente, poiché i due ballerini disegnano puntualmente un cerchio, chiamato Ocho Redondo. Perciò nel film Profumo di donna è tutt’altro che incredibile il ballo del personaggio cieco Al Pacino. Ovviamente, lo spazio intorno alla coppia deve essere sufficientemente sgombro…
“Profumo di donna” (1992), regia di Martin Brest, con Al Pacino, Gabrielle Anwar, Chris O’Donnell, James Rebhorn, Philip Seymour Hoffman.
CHE COSA STA SUCCEDENDO (nel film):
Siamo a New York, al Waldorf-Astoria Hotel per la precisione. Frank Slade (Al Pacino) è un tenente colonnello in pensione, alquanto scorbutico e non vedente. Charlie Simms, uno studente che gli fa compagnia per pagarsi il viaggio aereo verso casa per le feste di Natale, lo sta accompagnando in questo weekend nella Grande Mela. Nella sala da pranzo dell’hotel incontrano la bella e giovane Dana, che Frank invita a ballare un tango.
LA FILOSOFIA DEL TANGO (spiegata da Al Pacino/Frank a Gabrielle Anwar/Dana):
“Non c’è possibilità di errore nel tango, Dana, non è come la vita: è più semplice. Per questo il tango è così bello: commetti uno sbaglio, ma non è mai irreparabile, seguiti a ballare”.
CHE COSA DICE IL COREOGRAFO DELLE STAR DI HOLLYWOOD (Paul Pellicoro, che ha insegnato a ballare anche a Robert De Niro, Richard Gere, Winona Ryder, Sigourney Weaver e Anthony LaPaglia):
“Quando Al Pacino si è presentato nella nostra sala da ballo piena di specchi a Columbus Circle (New York), con i capelli arruffati e un cappellino da baseball con la visiera verso il dietro, ci siamo davvero domandati se fosse stato in grado di ballare. Ci siamo pure chiesti se sotto quei vestiti ci fosse stato anche solo un muscolo su cui contare: infatti, indossava pantaloni di 5 taglie più grandi della sua! Io e la mia partner Eleny Fotinos abbiamo lavorato con lui intensamente per 2-3 mesi – dalle 3 alle 6 ore al giorno – prima che fosse girata, in 4 giorni, la scena al Pierre Hotel in Fifth Avenue. Gli abbiamo insegnato i passi base (gli 8 passi della salida basica, l’ocho adelante e atràs), perché se sai camminare avanti e indietro in maniera rilassata e sicura, abbracciando un corpo che è di fronte a te, allora sai ballare il tango. Così, facendo gli esercizi di improvvisazione a cui lo sottoponevo ogni giorno e fidandosi ciecamente del mio istinto, Al è diventato un credibile ballerino non vedente di tango”.
CHE COSA DICE GABRIELLE ANWAR DEL TANGO CON AL PACINO:
“Ballare il tango è un’esperienza decisamente sensuale, ballarlo con Al Pacino… oh, è qualcosa da cui non mi sono più ripresa. Il mio mignolino, che è stato calpestato più volte, lo ringrazia! Il mio cuore, invece si è messo totalmente a nudo mentre Al… be’ Al neanche mi vedeva! Immaginate che cosa sarebbe stato in grado di fare Al Pacino se avesse avuto tutti i sensi funzionanti!”.
CHE COSA DICE GABRIELLE ANWAR DELLA PROPRIA PERFORMANCE:
“Non sono un’attrice metodica, perciò non mi sono immersa nel tango notte e giorno, prima di girare la scena.Il tango era tremendamente divertente da imparare e per un certo numero di settimane c’è chi è stato così gentile da farmelo imparare. E dato che interpretavo la parte di una donna che non sapeva ballare il tango, ho potuto divertirmi senza troppi pensieri di raggiungere la perfezione”.
COME HA FATTO AL PACINO A BALLARE SENZA VEDERE? Come ha spiegato in un’intervista, non ha usato nessun espediente (collirio, lenti a contatto, ecc.) che lo rendesse temporaneamente cieco. Semplicemente ha fatto in modo di non focalizzare lo sguardo su niente e nessuno. Per entrare psicologicamente nella parte, invece, ha trascorso giorni alla “Lighthouse” sulla 59esima strada. Qui ha parlato con una dozzina di persone non cieche dalla nascita, ma che lo sono diventate. Non voleva sapere come ci si muove quando si è non vedenti, ma come ci si sente ad avere perso qualcosa, la vista, che una volta si aveva. A ciascuna ha chiesto, cioè, di andare indietro nel tempo e di raccontargli l’esatto momento in cui accadde, la depressione che ne conseguì e il processo di accettazione.
ps. se vi state chiedendo se un non vedente può davvero ballare il tango, guardate il video qui sotto su The Shimmy Club, un’organizzazione no profit che insegna il tango alle persone che non ci vedono…
CHE COSA DICE IL TANGO:
Il tango è una canzone di Carlos Gardel del 1935 che si intitola “Por una cabeza” (Per un colpo di testa) e paragona la corsa di un cavallo alla corsa della vita e all’amore per una donna.
Per un colpo di testa
Per un colpo di testa
di un nobile puledro
che proprio sulla riga
si affloscia nell’arrivo,
e che tornando alla scuderia
sembra dire:
“Non dimenticare, fratello,
tu lo sai che non devi giocare!”
Per un colpo di testa
capriccio di un giorno
di quella donna
civetta e burlona,
che sorridendo giura
amore, sapendo di mentire,
e brucia in un falò
tutti i miei desideri.
(ritornello):
Per un colpo di testa
qualunque follia!
La sua bocca che bacia,
cancella la tristezza,
calma l’amarezza.
Per un colpo di testa,
se lei mi dimenticherà,
che importa perdere
mille volte la vita,
pur di vivere?
Quanti disinganni,
per un colpo di testa!
Ho giocato mille volte,
promettendomi di non farlo più.
Se però uno sguardo
mi colpisce al passare,
torno ancora a desiderar
di baciare le sue labbra di fuoco.
“Basta con le corse!
è finito l’azzardo!
non mi volto a
rimpiangere un foto-finish!”
Se però un cavallo
è favorito la domenica…
io mi gioco tutto.
Che ci posso fare…?!
(traduzione di lyricstranslate.com)