Stanotte ho fatto un sogno

RODOLFO VALENTINO

Sabrina Camera, l’attrice ballerina protagonista della commedia Artemide, l’ultimo giorno di novembre vide per caso alla TV un telefilm della serie “Falco”, dove l’ispettore di polizia Alexander Falco, colpito alla testa da un proiettile e rimasto in coma per vent’anni, si risveglia e riparte da zero. Quella stessa notte Sabrina Camera sognò di partire con un aereo per Los Angeles e di raggiungere faticosamente una meravigliosa villa di Hollywood chiamata “Il nido del falco”. Ma non ci trovò l’ispettore. Quella era la famosa dimora dell’attore Rodolfo Valentino. Infatti arrivò nel mezzo di una festa dove Valentino ballava, con una donna sconosciuta, il tango del film I quattro Cavalieri dell’Apocalisse.

Valentino_in_The_Four_Horsemen_of_the_Apocalypse

Proprio il tango che fece esplodere il suo successo in tutto il mondo. A un certo punto la ballerina che Valentino faceva volteggiare si slogò una caviglia. L’orchestra smise di suonare, lui si guardò in giro, i suoi occhi magnetici perlustrarono tutte le donne presenti nel salone, alla ricerca di una sostituta. E Sabrina si fece avanti insieme ad altre candidate. Era evidente che Valentino le avrebbe sottoposte a un provino. Allora Sabrina recitò la poesia di Whitman con la quale lei stessa chiude la commedia di Artemide:

Se un giorno tarderai a trovarmi, insisti.
Se non ci sono in nessun posto
Cercami in un altro posto…
Perché io sono là, seduta in un qualche dove, ad aspettare te.
E se alla fine non mi trovi nel fondo dei tuoi occhi
Allora vuol dire che sono dentro di te.

E alla fine Valentino sorrise, battendo tre volte le mani, senza dire una parola (che voce poteva mai avere? Aveva recitato solo in film muti!). La prese tra le braccia e riprese a ballare il tango interrotto. Un tango famoso, lo stesso tango del film I quattro cavalieri dell’Apocalisse. Quella scena conquistò l’America, Tutti chiamarono Valentino “Il Principe del Tango” prima ancora di coniare per lui il titolo di “Latin Lover”… Come era bello Rudy nel sogno, aveva un buon odore, e gli occhi di un leopardo (altro che falco!), però alto un metro e ottanta centimetri. Ma che fortuna, che fortuna, pensava Sabrina, incontrarlo a Los Angeles nel suo nido e avere il privilegio di essere scelta per ballare con lui, lui che era stato un grande ballerino prima di sfondare come attore!

E Valentino l’abbracciava forte, le sue mani la toccavano dovunque, artigli pieni di carezze. E poi cercò di baciarla, ma lei nel sogno lo respinse dicendo: cosa ti credi? non sono mica una donna che dice subito di sì! E lui si irritò, la buttò per terra, guardò il fondo della sala, sotto una grande finestra c’era una donna bellissima dai capelli rossi. E questa volta la voce gli uscì dalla gola, un urlo, il ruggito di un leone, e una parola, un nome: Diana! E ancora: Diana! Diana! La donna rossa si alzò dalla sua poltrona di velluto, rossa come i suoi capelli. E Sabrina a sua volta gridò con le lacrime agli occhi: “Io sono Diana! Io! Non lei! Io sono la vera Artemide, la luna, l’amore!”.

Ma Valentino non fece una piega. E raggiunse a grandi salti la donna rossa. Allora si aprì una porta, entrò l’ispettore Alexander Falco, prese tra le sue braccia Sabrina, si unirono alla danza del tango, coppia contro coppia. Chi avrebbe applaudito di più il pubblico alla fine? Il sogno finì prima. Sulle parole enigmatiche dell’ispettore Falco: “Non c’è mai nessun principio e mai nessuna fine. Nel fondo dei tuoi occhi… nel fondo dei tuoi occhi, Diana”.

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