La prima santa a entrare in scena nella commedia ORA PRO NOBIS, arrivando nottetempo nella stanza di Paolino disperato per la perdita del suo amico del cuore, è Sant’Agnese. Si presenta come una ragazza “qualunque”, sia pure imponente, alta, slanciata e molto bella. Indossa abiti moderni, felpa luccicante e scarpe da tennis. Non è accompagnata dal suo agnellino che tuttavia l’aspetta fuori dalla porta. Le sue prime parole: “Paolino, so che ti piacciono le cose rotonde. Ecco, ti ho portato questa bottiglietta miracolosa… e questo occhiello magico. Intingi l’occhiello nella bottiglia e soffiaci dentro… Vedrai che belle palle di sapone farai! Perfettamente rotonde con i colori dell’arcobaleno!”.
Sant’Agnese viene celebrata ogni anno il giorno 21 gennaio. Molto varie e talvolta contrastanti sono le notizie circa la sua vita e il suo martirio. Secondo alcuni il figlio del Prefetto di Roma si era invaghito di Agnese senza essere ricambiato, avendo la giovane fatto voto di castità a Gesù. Dopo il rifiuto della ragazzina, il padre del giovane, saputo del voto di castità, le impose la clausura fra le vestali, con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Al rifiuto di Agnese, il prefetto l’avrebbe fatta rinchiudere in un postribolo. Qui però nessun cliente aveva osato toccarla, tranne un uomo perverso e senza scrupoli che venne subito accecato da un angelo bianco. Ma al bruto, successivamente e per intercessione della stessa Agnese, Dio restituì la vista. La tradizione agiografica racconta anche che Agnese, accusata di magia, fu a quel punto condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo e i suoi lunghi capelli biondi crebbero tanto da coprire la sua nudità.
Dopo questo miracolo Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola. Tale morte spiega il motivo per cui la martire venga rappresentata iconograficamente con un agnello, in quanto anche quest’animale subiva la stessa sorte. Dopo la sua morte il suo corpo fu sepolto nella catacomba oggi nota come Catacomba di Sant’Agnese. Scrisse su di lei Sant’Ambrogio:
« La pudicizia viveva anche nella morte
si coprì il volto con la mano
cadde a terra in ginocchio
e fu vereconda anche nel cadere »
a L’Aquila il giorno di Sant’Agnese. 21 gennaio si festeggiano le male lingue.
L’origine della tradizione è incerta, ma la versione più probabile è questa. Nei primi anni della fondazione della città, vari gruppi di persone si riunivano presso locande e osterie per criticare i signori del tempo: uno di questi gruppi fu esiliato dalla città il 21 gennaio, e per questo motivo furono detti “quelli di Sant’Agnese”. Furono poi riammessi dopo sei mesi, a seguito delle numerose richieste da parte delle madri, mogli e fidanzate, a condizione che non facessero più pettegolezzi all’interno delle mura cittadine: presero pertanto a riunirsi presso un’osteria vicino Porta della Rivera.
Sull’esempio di questo gruppo, esistono ancor oggi numerose confraternite di male lingue che ogni anno si riuniscono in grandi conviviali, durante i quali vengono elette numerose cariche sociali, alcune dal significato ovvio (ju Presidente, ju Secretariu, la Lengua Zozza), altre meno comprensibili ma più colorite (la Mamma deji cazzi demi atri. la Lima Sorda, ju Zellusu, ju Recchie Fredde, ju Capisciò).
Per valorizzare questo aspetto della cultura aquilana, da qualche anno si organizza un convegno annuale su Sant’Agnese, dal titolo “Pianeta Maldicenza”[4].
ORA PRO NOBIS. In scena al Filodrammatici di Milano il 20, 21, 22 aprile 2017, ore 21. Commedia di Paolo Pietroni, regia di Elisabetta Vicenzi. Musiche: Misa Tango di Luis Bacalov (il famoso direttore argentino autore della colonna sonora del film Il Postino), cantata da Placido Domingo e Ana Maria Martinez.
Esclusivamente su invito: Per prenotare il tuo invito manda una mail a info@teatrotango.it scrivendo il tuo Nome, la data prescelta, il numero dei posti (1 oppure 2).