Un amore

UN AMORE DI BUZZATI

“Un amore”, commedia di Paolo Pietroni e Lorenzo Viganò tratta dal romanzo di Dino Buzzati, regia di Elisabetta Vicenzi (disegno di Dino Buzzati, “Telefonata”, 4 luglio 1964 ©). L’anteprima di UN AMORE va in scena al Teatro Filodrammatici di Milano il 16 giugno 2016, la prima il 17 giugno, con replica il 18 giugno, sempre alle ore 21.

Domenica 16 ottobre 2016 UN AMORE torna in scena il giorno della nascita di Dino Buzzati, 110 anni fa. Alla Sala Buzzati di via Balzan 3 Milano, nel cuore del Corriere della Sera. L’ingresso è gratuito previa prenotazione obbligatoria al numero 02 87387707. Lo spettacolo inizia alle ore 11, una matinée quindi, a cura della Fondazione Corriere della Sera che ha dato il suo patrocinio alla commedia.

Il romanzo di Dino Buzzati “Un amore” è anche un cerchio continuo dove il protagonista balla il suo tango della gelosia con la ragazza squillo di cui si innamora perdutamente. Già alla fine degli anni 90 fu fatta una riduzione teatrale di questo bellissimo romanzo, senza molta visibilità. Ci riprova adesso Teatro Tango con l’ambizione di offrire una interpretazione nuova della storia d’amore raccontata da Buzzati e pubblicata da Mondadori nel 1963.

Locandina un amoreBB

Scena prima

La prima scena riprende l’inizio della commedia teatrale di Buzzati “Sola in casa”. Con una modifica essenziale: qui la scena non rappresenta una casa ma il salottino di un bordello milanese di prima categoria. Quello della signora Ermelina, maitresse: salottino di ricevimento e, insieme, ufficio di rappresentanza. Si sente all’apertura del sipario la musica della Cumparsita:

Entra in scena da destra, Ermelina, quasi a passo di danza. Eleganza ricercata di maniera. Indossa un impermeabile rosa, un cappello, il sacco della spesa, ha un ombrello che chiude in fretta, si dirige verso la radio e abbassa il tono troppo alto. Scuote poi l’ombrello con cura e lo richiude…
Ermelina: E piove. E piove.
Si guarda intorno. Sistema meglio la poltrona davanti al tavolo a sinistra. La pulisce con un panno che raccoglie dal cassetto del tavolo.
Ermelina: E piove e piove. Però. Mica male tornare a casa propria dopo la spesa… Con una giornataccia simile… Ritrovare tutto in ordine… Tutto lindo… Tutto pulito… Un bel calduccio… Ecco. Questo sarà pure un casino di lusso ma l’apparenza inganna, eh sì! E’ stato, è ancora prima di tutto una scuola di tango di prima categoria, eh sì, non si può, non si deve dimenticarlo, mai!
Ermelina si toglie l’impermeabile. Fa l’atto di guardarsi allo specchio voltando le spalle al pubblico e si ritocca la pettinatura. Di colpo si irrigidisce e adagio adagio volge la testa, come se con la coda dell’occhio avesse avvistato qualcosa sul pavimento. Quasi sul proscenio. Svelta raggiunge il punto incriminato, si mette in ginocchio dopo essersi sfilata una scarpa. Attacca a cantare al momento giusto, “IlTango della Gelosia”, sull’onda dell’interpretazione di Milva:

Ermelina: … Questo tango suona sempre, non smette mai di tormentarmi, e so che non potrò fermarlo mai, perché l’ho dentro il cuore…
Solleva all’improvviso il lembo di un tappeto.
Ermelina: Ah sei tu mascalzoncello? Vieni a curiosare qui? Sotto il tappeto persiano del mio salotto. Persiano, hai capito? Impudente! Persiano! La tua passeggiatina in un posto nobile e pulito come questo?… Ma come ti permetti, chi credi di essere?… Chi?…
Riprende a cantare, sempre al punto giusto.
Ermelina: … Tu lo sai che penso a te, rivedo te sentendo questo tango, il tango che ballavo felice insieme a te. Questo tango suona sempre, ogni volta che lo sento io ripenso al nostro amore, adesso tu non sei più qui e so che non ritornerai ma questo tango ti terrà legato a me..io lo ascolterò, sempre, ovunque andrò, anche se non vorrò, perché mi parla di noi…
Comincia a battere la scarpa qua e là sul pavimento. Poi lo alza, delusa di non trovarci nulla.
Ermelina: Il vispo signorino! Se l’è filata! Là e poi là… Ma ti brinco sai, ti brinco, diavolo d’uno scarafaggio!… Ce l’hai fatta a infilare il buco! (riprende il canto al momento giusto) … Adesso tu non sei più qui e so che non ritornerai ma questo tango ti terrà legato a me…
Squilla il campanello alla porta… Entra l’architetto Dorigo…

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