Ingegnere
Buonasera. Mi chiamo Arianna, sono un ingegnere informatico. Quando sento la gente dire: “Se i cani avessero il dono della parola, parlerebbero”, non posso fare a meno di pensare. Dio, perdona loro, non sanno quello che dicono.
Sono sei anni che io parlo con i cani e i cani parlano con me senza bisogno di parole. Quando sarò pronta e pubblicherò le mie ricerche, la gente saprà che i cani non parlano semplicemente perché la parola è un mezzo di comunicazione imperfetto.
Infatti le parole cambiano da migliaia di anni. Le lingue si trasformano. Come i dialetti e i modi di dire. Un inglese non capisce un cinese. Persino gli strumenti per esprimere le parole sono precari. La voce, le pietre, il legno, la carta, la radio, il computer. E poi?
Un cane americano capisce un cane cinese. La gente ignorante dice: ”Ma i cani non esprimono concetti. Sono animali. L’uomo ha una cultura. I cani no.”
Che ragionamento del cavolo!
Io credo in Dio. Dio esiste come esistono gli uomini e i cani. Dio usa l’auto, il telefono, l’aereo, la radio, la tivù, il frigorifero? Dio è perfetto: Non ha bisogno di nessuna cultura. E’ immenso e onnisciente. Ma l’esperienza ci insegna che anche una cosa minima può essere perfetta. Le formiche hanno un ordine sociale che dura identico da migliaia di anni. Io sono riuscita a comunicare col mio cane, che è un pastore tedesco. E il mio cane mi ha detto “ti amo” in ventinove modi diversi!
Allora, è superiore l’uomo o il cane?
Non equivochiamo, per piacere. Lo so anch’io che l’uomo può dire “ti amo” in tanti modi. “Ti amo da morire“, “ti amo come il sole”, e può dirlo con un fiore, un profumo, un bacio. No. Siamo rigorosi. Se io concedo a un uomo solo due parole per dire “ti amo”, al massimo avrò una sola variante: “amo te”. Se dice “ti voglio” non vale.
Il mio cane usa due parole, diciamo due elementi (poi vediamo quali), e basta. Ma riesce a dire “ti amo” in ventinove modi diversi!…
(continua sul palcoscenico)
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