Qualche settimana fa, abbiamo fatto una carrellata dei vestiti più belli, quelli che fanno sognare, che rispecchiano il tempo in cui viviamo e che escono dalle righe per battere sentieri nuovi, senza perdere di vista la natura del tango. Ricordate il bellissimo abito rosso con stampa effetto paillettes che avevamo messo in apertura? Ecco, quello lo ha disegnato lei, Hannah Louise Poston (un suo ritratto nella foto qui sopra).
Hannah viene da Asheville, una grande città del North Carolina (Stati Uniti), ma ha vissuto gran parte della sua adolescenza in Pennsylvania e in un sobborgo palestinese di Gerusalemme. Dire che è una “tango dress designer” è riduttivo, perché lei è molto di più. Come vi accorgerete dall’intervista, dai video e dagli abiti qui sotto, non è una stilista come le altre: ha una marcia in più, anzi, per essere precisi, 4 marce in più.
1 – STILISTA “ONE-OF-A-KIND”
Innanzitutto, crea e realizza – per la sua maison Poema – pezzi che sono unici, “one-of-a-kind” li chiama lei (solo occasionalmente ne vengono prodotte 2 o 3 copie). Questo vuol dire che ogni vestito è come un’opera d’arte originale: al mondo non ne esiste una uguale. Quindi, se sul sito di Poema, vi capiterà di trovare un abito che vi piace e che è “sold”, non chiedete se ce n’è un altro in magazzino, aspettate piuttosto il martedì successivo per vedere i nuovi arrivi. D’altra parte, tutti hanno il diritto di indossare qualcosa di unico (a un prezzo accessibile: dai 100 ai 300 dollari), non vi pare?
2 – BALLERINA E INSEGNANTE DI TANGO
Seconda marcia in più. Come insegnante e ballerina di tango, Hannah molto apprezzata dalla comunità di tango argentino del Nord America. Qui sotto potete vedere 2 delle sue performance. La prima con Ney Melo è più tradizionale. La seconda con Alex Krebs (ballerino e leader di “What the Tango?!”, band-fusion di tango argentino, rock e jazz) è più particolare, perché danzata su musica da discoteca.
3 – ATTRICE DI TEATRO
Terza marcia in più: ha lavorato, come attrice, con la compagnia d’avanguardia Sponsored By Nobody, con sede a Brooklyn. E non stupisce più di tanto: guardate come interpreta con la giusta ironia il ruolo di modella per i suoi abiti (sì, è proprio lei quella che appare nelle foto!).
4 – POETESSA
È la quarta marcia in più. E forse la più importante, visto che – come scrive il poeta statunitense Carl Sandburg – “la poesia è un eco, che chiede all’ombra di ballare”. I suoi componimenti poetici sono stati pubblicati su riviste letterarie come Poetry Northwest, Ninth Letter e Measure (qui potete leggerne qualcuno in inglese: www.hannahlouiseposton.com/poems). È anche scrittrice (ha lavorato per The New York Times) e insegnante di poesia (i suoi pezzi critici sono usciti su Poetry Daily).
Quando poesia, tango, fashion design abitano e si agitano nei meandri del corpo e della mente, c’è il rischio – un rischio molto alto – che a uscire a veder la luce (o le stelle) siano cose meravigliose… Con Hannah abbiamo cercato di capire come e perché queste arti si influenzino e si amplifichino. Ecco che cosa ci ha risposto.
Intervista a Hannah Louise Poston – 13 marzo 2016
Lei è una poetessa e, insieme, anche una stilista. In che modo la poesia influenza il disegno di un vestito? Quale elemento poetico (la visionarietà, il romanticismo, il ritmo) è ricamato nei suoi abiti?
Nella mia vita, la poesia e l’ideazione di un abito sono quasi agli antipodi. Come poetessa, i materiali che uso sono le parole, i suoni, il respiro e concetti filosofici come la natura del tempo e le relazioni umane. Come dress designer, invece, utilizzo la seta, i lustrini, il filo, il colore, le relazioni spaziali e la forma fisica del corpo umano.
Quando lavoro su una poesia, mi chiedo: “Che cosa significa? Che suono ha? Come ci si sentirà a leggere questo verso o questa parola?”. Quando faccio un vestito di tango, mi chiedo: “Come appare agli occhi di chi lo guarda? Che impressione farà una volta indossato? Che cosa farà provare alla persona che lo porterà?”. Entrambe queste arti richiedono una sensibilità all’estetica e all’equilibrio e un grande rispetto per il mondo fisico. Ma, al di là di ciò, sono differenti. E preferisco che lo siano perché, nella vita di tutti i giorni, l’una fornisce sollievo dall’altra e viceversa.
Ha mai scritto una poesia sul tango o una poesia che con il ritmo o l’atmosfera ricordasse il tango?
Non ho scritto poesie che fossero esplicitamente sul tango. Tuttavia, nei miei scritti, il modo in cui gli esseri umani usano i loro corpi è uno dei temi principali. Spesso, con le parole, ritraggo il corpo come un’imbarcazione che viene utilizzata per muoversi e per connettersi. Sono riuscita a pensare il corpo in modo diverso grazie agli studi sul tango. Un altro tema delle mie poesie è l’esplorazione del concetto di genere e di ruoli di genere. Dato che il tango è una danza di ruoli, ballarlo è una maniera differente per riflettere profondamente sul significato di genere. In questo caso si verifica un interscambio tra il lavoro di tango designer e quello di poetessa.
Poesia e tango: che cosa hanno in comune?
Entrambi sono forme d’arte, che richiedono una vita intera di studi e approfondimenti. Entrambi avvengono all’interno del nostro corpo e dipendono dal ritmo e dal tempo. Ambedue sfidano l’ego e richiedono un’ottima padronanza del mestiere, insieme a una completa dedizione all’auto-interrogazione e alla crescita spirituale. Quando l’artista fa diligentemente il suo lavoro e nutre lo spirito, entrambe queste forme d’arte hanno un enorme potenziale, legato al fatto che si muovono con grande potenza e che trascendono il piano umano, nel quale di solito dimoriamo e ci soffermiamo.
A che cosa si ispira quando disegna un abito di tango? Le è mai capitato di essersi ispirata a qualcuno o a qualcosa che ha guidato la sua mano nella scrittura di una poesia?
Quando disegno un abito, sono ispirata dalla mia esperienza come ballerina di tango. Inoltre, penso alle ballerine di tutto il mondo, che in quel preciso istante stanno facendo vivere i vestiti di Poema sul pavimento di una sala da ballo. E mi viene il desidero che tutte possano avere accesso ai modelli che le facciano sentire affascinanti, ma anche piene di energia, atletiche e a loro agio.
Mi ispiro anche ai tessuti. Diversi tessuti funzionano bene per diversi design. Spesso esamino una bellissima stoffa – come cade, come riflette la luce, come si allunga – e questo mi guida nell’ideazione del vestito, ideazione che sarà la migliore per quel tipo di tessuto.
Il mio lavoro con la poesia è una cosa separata. Sviluppo le mie poesie, leggendo il lavoro di altri poeti, studiando attentamente le tecniche ed esplorando rigorosamente le mie capacità e inclinazioni. Di solito trascorro la mattinata scrivendo, poi, dopo pranzo, cambio marcia creativa, vado nel laboratorio del cucito e lavoro sui vestiti di Poema. Spesso, mentre cucio, continuo a meditare sul mestiere e sulla filosofia della poesia. Qualche volta mi viene una nuova idea per la poesia e, quando succede, metto da parte l’ago, torno nel mio ufficio e mi metto a scrivere per il resto del giorno.
Se dovesse comparare la sua collezione di abiti di tango con un movimento poetico (o un insieme di movimenti poetici), quale sarebbe?
L’estetica di Poema è in un certo senso classica ma anche sfarzosa, sensuale, gioiosa e sorprendente. Per esempio, amo disegnare abiti neri classici con belle linee come questo outfit che vedete qui sotto.
Mi piace, però, creare anche pezzi elaborati con stampe miste e silhouette vistose, come quest’altro:
Adoro anche stampe strane che richamano la natura e che sono forse più sperimentali, come i due modelli qui sotto:
Questi sono gli elementi di tutti gli stili poetici – tradizionali, formali, in versi liberi, sperimentali – di Poema.
Anche il nome che dà ai suoi abiti sono piccole poesie?
Credo di sì. Le parole “ispirate”, che trovate nel nome di molti capi presenti sul sito di Poema, che offrono un sintetico “sommario impressionista” di ciascun modello. Alcuni nomi appena nati sono: ash butterfly dress, the signature skirt in ghost rose, night moth tango trousers, wild iris skirt (nomi in cui si aggirano farfalle color cenere, rose fantasma, falene e iris selvatici, ndr).
Pensa che essere una poetessa dia qualcosa in più al lavoro di stilista?
La storia è piena di poeti che hanno fatto carriera in ambiti professionali diversi da quello poetico. T.S. Eliot era un bancario, Wallace Stevens era un agente di assicurazione, William Carlos Williams era un dottore. Pensate che essere poeti li abbia resi migliori nel loro lavoro? Io penso che sia possibile! Ma conosco molti poeti che non hanno assolutamente nessuna abilità nel dress design. Scrivere poesie e disegnare vestiti sono attività totalmente differenti. Qualcuno ha le capacità per fare una cosa, qualcuno per fare l’altra e qualcuno ancora per farle entrambe.
Penso inoltre che un poeta abbia un vantaggio a ballare il tango, così come il ballerino a scrivere poesie. I poeti sono sensibili alla musica del linguaggio, perché manipolano il ritmo e il suono. Quando ho iniziato a imparare il tango, era facile per me sentire il ritmo, riconoscere sincopi e cambiamenti di tono. Il mio orecchio era già molto allenato dai miei studi di poesia.
Le donne – che scelgono i suoi vestiti – che cosa amano di più nei suoi modelli?
I materiali di lusso, l’uso del colore e del disegno, e le silhouettes. Gli abiti di Poema sono comodi e sicuri per ballare. Non acquisto materiali cheap, usa e getta e scadenti. I materiali sono i migliori – vera seta, tessuti in fibra naturale come bambù e rayon. I miei clienti amano i vestiti di Poema perché i materiali sono scelti e abbinati accuratamente. Inoltre, i modelli e i disegni sono perfetti per il tango.
Non le chiedo qual è l’abito che ha venduto di più, perché i suoi abiti sono modelli unici (al massimo prodotti in 3 pezzi uguali). Qual è, invece, il modello più richiesto?
Dipende. I più richiesti del momento sono questi pantaloni alla caviglia:
Amo questi pantaloni perché sono belli e rendono affascinanti una donna se li porta con uno stiletto con tacco, ma sono carini anche con le scarpe basse. Sono ideali per chi ama cambiare le scarpe e passa spesso da quelle alte a quelle basse.
Come potessa e ballerina di tango, pensa che un bell’abito debba essere accompagnato da un bel gioiello?
Quando ballo, mi piace sentirmi energica e atletica, e sapere che ogni cosa che indosso rimarrà al suo posto. Non indosso mai un gioiello che mi obbliga a stare attenta. Quando ne indosso uno è uno statement jewel (un gioiello che, costoso o non costoso, riesce a catturare comunque l’attenzione di chi guarda, ndr). Presto molta attenzione all’intera silhouette di un abito. Perciò di solito o non indosso per nulla gioielli e lascio che siano i tessuti a parlare, oppure metto uno statement jewel che domina completamente il look (un collare, per esempio). Dipende anche dal make up. Con alcuni vestiti il rossetto rosso è meglio dei diamanti!
—————————- intervista e testo di Marianna Sax, 13 marzo 2016 —————————-