Accessori

Una donna, un tango, una borsa

Ci sono gli abiti TANGO, le scarpe TANGO, ci sono anche le borse TANGO? Certo, in fondo ogni borsa contiene la storia di una donna, il suo presente soprattutto, ma anche qualche ricordo prezioso e permanente del passato (un profumo, il rossetto, una foto o un numero di telefono nel cellulare). Insomma, appena la apri è simile al cerchio di un tango, dove il presente si mischia al passato, puoi trovarci anche una traccia del futuro che sta per arrivare e ripete, in forme nuove, i baci e gli schiaffi del passato.

Così possiamo dire che la prima borsa TANGO, che si affaccia nella vetrina dei nostri accessori, è la Lady Blue di Dior (presentata a Shanghai nella cruise collection 2011 della maison francese) perché ha avuto l’onore di un cortometraggio che si accompagna a un tango immortale (il Tango Valentino), a un grande regista (David Lynch) e a un’attrice straordinaria (Marion Cotillard, testimonial della Lady Dior dal 2008), con il fantasma di Valentino che ritorna sulla scena (quella di un amore struggente, indimenticabile, naturalmente). Come ogni borsa, anche lei è lo scrigno di un amore, il sogno di un grande amore.

“Lady Blue Shanghai – Dior”, regia di David Lynch, con Marion Cotillard, Gong Tao, Emily Stofle, Cheng Hong, Lu Yong, Nie Fei.

Una piccola parentesi per segnalare qualche “coincidenza”:
LA BORSA. La Lady Blue altro non è che una Lady Dior (modello nato nel 1994 in omaggio a Lady Diana) che si è colorata di blu per il mercato di Shanghai. Sarà un caso che David Lynch, per presentarla, abbia scelto proprie le note di un tango? E che per i cinesi il blu rappresenti l’immortalità (così come nel cerchio del tango il passato, il presente e il futuro passano, vanno e tornano)? Ed è un’altra coincidenza che la Lady Blue richiami più volte la figura del cerchio attraverso l’impugnatura a forma di archetto, i cuscinetti di pelle trapuntati, la lettera O di Dior che, insieme alle altre, produce un suono (per gli appassionati, una musica), dondolando a seconda dei movimenti?

Lady Blue di Dior - cruise collection 2011, Shanghai.

La borsa Lady Blue – Cruise collection Dior 2011, Shanghai.

 

Se, poi, qualcuno si sta domandando se la PRINCIPESSA DIANA fosse una fan del tango… be’ di lei si sono tenute nascoste tante passioni e il tango non è certo un ballo “regale” da sbandierare ai quattro venti, ma sembra che Lady D, dopo aver assistito – a Londra, alla fine degli anni 80 – alla performance della compagnia Tango Argentino, abbia chiesto alla coppia di ballerini Carlos e Ines Borquez di insegnarle in privato alcuni passi….

 

IL DIALOGO. Sarà, infine, un caso che il testo sembri un giro di tango? Tutto ha inizio con una donna, che pensa di essere sola ma non lo è: la presenza dell’amato si annuncia con una misteriosa borsa, che la inquieta anche un po’ (“Qualcuno è stato qui, nella mia stanza. Chiunque fosse ha lasciato quella borsa”. “L’ha aperta?”. “No”. “L’ha toccata?”. “No, ero spaventata, chissà che cosa può mai contenere quella borsa…”. “Ha idea di chi l’abbia portata?”. “No, sono arrivata ieri e non conosco nessuno qui a Shanghai. L’unica persona che ho visto è stata una collega con cui lavoro, siamo andate fuori a pranzo”). Poi, la musica, quella “poetica” delle perle che cadono (“E poi, dopo pranzo che cosa ha fatto?”. “Sono andata a vedere la Pearl Tower, la volevo vedere. Avevo sentito che era stata ispirata a una poesia che parlava di perle di differente grandezza che cadevano su un piatto di giada. Mi è sembrato di sentire questo suono, quando ho guardato la torre”), la musica confonde il passato e il presente (“Mi è sembrato… è stupido, lo so… di essere stata già qui, a Shanghai, prima di oggi. L’ho capito quando ho sentito il suono delle perle che cadevano e colpivano la giada. Era il suono più bello che avessi mai sentito. Non so come mi sono ritrovata all’improviso nella vecchia Shanghai. Ho visto i suoi edifici e al piano di sotto ho sentito la musica…”) e il tango materializza l’amato, per poi dissolverlo ancora…

Lady Blue Shanghai

Vi lascio con uno spezzone del film “Shanghai Express” (1932), che David Lynch ha sicuramente tenuto presente per la realizzazione del suo cortometraggio di 16 minuti. Fate attenzione all’ultima scena, a quando Marlene Dietrich abbraccia l’ufficiale: che cosa mai appoggerà alla sua schiena? La borsetta, ovviamente.

 

—————————- testo di Marianna Sax, 22 gennaio 2016 —————————-